Giulio Regosa nel 1995 (foto Salvetti)
La sua avventura nel mondo delle quattro ruote ha inizio nel 1972 con una Fiat 128 Coupè, nella disgraziata edizione del "Trofeo Vallecamonica" in cui perse la vita il povero "Noris". Subito vince la Classe 1300 del Gruppo 1 con il tempo di 5'47"6 alla media di oltre 89 Km/h. Con la stessa vettura diventa Campione Italiano di Gruppo 1 nel 1973.
Successivamente tenta la fortuna anche nelle gare in circuito: per due anni (1973-74) milita in Formula Italia, dove vince tre gare.
Le due stagioni successive le passa in Formula 3, prima con una March e poi con una Modus-Toyota. Torna poi nel 1977 in Formula Italia dove finisce il Campionato al 4° posto con 34 punti e un bottino di una vittoria, quattro podi e due gpv su 13 gare. La stagione seguente sempre in Formula Italia è decisamente meno fortunata: solamente 8 punti; va un po' meglio nel 1979 dove conquista una vittoria, tre piazzamenti a podio e 2 gpv che gli garantiscono un 7° posto finale con 19 punti.
Nel 1980 entra a far parte della vasta pattuglia di giovani talenti nel nuovo campionato Formula Fiat Abarth: forse anagraficamente già "fuori quota" rispetto agli altri aspiranti campioni (ha già 32 anni), Regosa trova comunque il modo di mettersi in evidenza. Nella prima stagione ottiene due vittorie e 7 piazzamenti a podio su 15 gare ma nella seconda, nel 1981, con tre vittorie e cinque podi chiude il campionato con 46 punti al 2° posto, a solo un punto dal vincitore Alessandro Nannini.
Nel 1982 prende parte ad alcune gare sia nella Formula 3 italiana (con una Martini-Toyota) che in quella Europea (Dallara F382), ma senza alcuna fortuna. E' dello stesso anno, con il ritorno in calendario della "Malegno-Borno" dopo sei anni di pausa, il suo ritorno alle gare in salita alla gara camuna con una Opel Kadett: conquista un 3° di Classe 2000 dietro a "Gilena" (Fiat Ritmo 125) e Gianpaolo Basso (Opel Kadett).
1982: con la Opel Kadett Gr.A conquista a Borno il 3° posto di Classe 2000
(foto di Giovanni Medeghini)
In pista ritorna nel 1983 nel campionato MG-Metro Challenge italiano, che termina al 7° posto con 45 punti. Dal 1984 in poi è di nuovo protagonista delle gare in salita, questa volta in pianta stabile. Con una vecchia Chevron B36 prende parte ad alcune cronoscalate nelle quali mette in evidenza il suo talento dal "piede pesante" ma viene spesso attardato o appiedato da noie meccaniche alla sua vettura, spesso sul punto di far segnare tempi di rilievo.
Malegno-Borno edizione 1985: ennesima gara sfortunata con la Chevron B36, con il ritiro dopo poche centinaia di metri
Giulio
fa capire di aver bisogno di un mezzo più affidabile,
che quantomeno lo porti fino al traguardo: il resto ce
lo metterebbe lui. Grazie ad alcuni sponsor riesce a
mettere le mani sul volante di una Osella-BMW, ma è
purtroppo una vecchia PA-7 e deve realmente metterci
del suo. Lo fa: raccoglie finalmente qualche risultato
di spessore, con un 2° posto assoluto alla
"Morbegno-Albaredo", in Valtellina. Alla
"Vado-Monzuno" si piazza 5° assoluto, finisce sul
podio alla "Brescia-Monte Maddalena" e finalmente vede
il traguardo anche a Borno, dove col tempo di 4'15"26
termina settimo. Ma il colpaccio gli riesce alla
seconda edizione della "Piancamuno-Montecampione"
disturbata dal maltempo, dove finalmente conquista la
sua prima vittoria assoluta! La stagione si conclude
con il secondo posto alla "Levico-Vetriolo", in
Trentino.
1986 - Arrivano i primi risultati con una vecchia Osella: 3° assoluto alla "Brescia-Monte Maddalena" (© Actualfoto - Bologna)
Il ghiaccio è rotto e il "Baffo Volante" (così soprannominato dai suoi tifosi) può finalmente disporre di una più aggiornata Osella PA9 con la quale affronta degnamente la stagione 1987. Arrivano altre vittorie tra cui la prestigiosa "Pieve Santo Stefano-Passo dello Spino" che vince per tre edizioni consecutive. Alla "Malegno-Borno" finisce 2° assoluto, ma non dimentichiamo che ai vertici c'è ancora Mauro Nesti per cui gli va bene così. Fa anche alcune trasferte in Sardegna dove finisce 2° anche alla "Cuglieri-La Madonnina".
La sua escalation è inarrestabile, culminata con la conquista del suo primo titolo di Campione Italiano assoluto, nel 1989.
Gli manca però una vittoria a Borno, la gara di casa: gli sfugge immancabilmente ad ogni tentativo, per qualche piccolo errore o addirittura per episodi sfortunati come incidenti o guasti meccanici inaspettati. Finisce infatti 2° nel 1989 a soli 8 decimi da Nesti, 4° nel 1990. Nel 1991 ha una battuta d'arresto quando, proprio a Borno, incappa in un serio incidente poco prima dell'arrivo a causa del quale subisce la rottura di una vertebra.
1989: Regosa vince il Campionato Italiano della Montagna (Foto Gilberti - Malegno)
Il 1994 è l'anno per lui più impegnativo: affronta la stagione con la ReBo04-BMW del costruttore Bombassei. A parte un 5° posto a Borno, coglie maggiori soddisfazioni all'estero dove conquista il Campionato Europeo categoria C3 (Trofeo FIA) e il 3° posto assoluto. Ancora con la ReBo-BMW non gli riesce di vincere l'agognata "Malegno-Borno" nel 1995 e 1996, dove si piazza rispettivamente solo 4° e 5°. Negli ultimi anni con la vettura sport di Bombassei riesce a concludere due volte al 3° posto il Campionato Europeo della Montagna (1996-1997).
Dal 1998 disputa diverse stagioni con una Osella PA20/S prendendo parte sia a gare di Campionato Italiano che Europeo, non disdegnando anche gare locali o non titolate. Fino al 2005 l'esperienza con la sport Osella gli porta molte soddisfazioni e vittorie, ma anche molti piazzamenti a podio: sembra per lui stregata la gara di Malegno, che continua a sfuggirgli anche quando ha già la gara praticamente in tasca. Diventa due volte Vicecampione Europeo, nel 2000 e 2001.
Malegno-Borno 2003: un'altra edizione lontana dalla vittoria assoluta (foto di John Venard)
Dal 2007 in poi per Regosa arrivano altre vittorie assolute, ma la sua carriera sta pian piano rallentando. Vince comunque gare come la "Berzo Demo-Cevo" e la "Marone-Zone" con una Osella PA21/S.
Per chiudere un cerchio gli mancherebbe solo la "Malegno-Borno": nel 2008 vuole provarci di nuovo e finalmente corona il suo sogno di vincerla e lo fa a 60 anni, al volante di una Lola B99/50. A tempo di record. Superato il traguardo, scende dalla sua monoposto e si fa vincere da una gioiosa commozione. E' il suo canto del cigno, la sua ultima vittoria assoluta: "Baffo" fatica a trovare sponsor e appoggi finanziari per poter continuare a correre. Non vuole però rinunciare a fare almeno un "bis" a Borno per chiudere la carriera in bellezza: ogni anno fa di tutto per rimediare una vettura all'altezza e per altri cinque edizioni ritenta il colpo, con una Osella PA21/S, con una FA30 e infine con una PA30. Riesce a spingersi talvolta fino al 2° posto, talvolta al 3° ma, purtroppo la concorrenza si fa agguerrita e lui con una sola gara a stagione non riesce più a mantenere la completa condizione per poter vincere. Alla fine, all'ultimo tentativo, deve arrendersi ancor prima di prendere il via a causa di un infortunio rimediato in moto, che lo costringe a prender parte alla sua ultima edizione (quella del 2014) come spettatore. Ma sono dettagli che non tolgono nulla alla straordinaria carriera di questo forte pilota che in quarant'anni ha conquistato un posto nel cuore di migliaia di appassionati.
2013: l'ultimo tentativo di Giulio Regosa (Osella PA30) di vincere la "Malegno-Borno" per la seconda volta.
Chiuderà 4° assoluto e sarà la ultima gara